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    Obiettivo: zero emissionI!

    20 ottobre 2021

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    La strategia europea per un futuro sostenibile

    Nell’ultimo articolo abbiamo parlato della grande sfida del XXI secolo, introducendo lo strumento del carbon footprint e il concetto di neutralità climatica.

    Oggi vogliamo parlare della risposta europea al problema del riscaldamento globale: il Green Deal Europeo. Nel farlo andremo ad analizzare gli aspetti fondamentali e a ripercorrere brevemente i passaggi attraverso i quali è stato articolato.

     

    Che cos’è il green Deal Europeo?

    Si tratta di un piano strategico finalizzato a rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050!

    Proprio così! Il punto di arrivo di questo grande progetto è trasformare l’Europa nella prima zona geografica al mondo a impatto zero!

     

     

     

    Da dove scaturisce la necessità di porsi una mission così ambiziosa? Come nasce il Green Deal Europeo? Ma soprattutto, come si fa a raggiungere un obiettivo del genere?

    Il Green Deal nasce dalla consapevolezza che il nostro futuro dipende dalla salute del pianeta, e che, ciò nonostante, quest’ultima continua ad essere gravemente minacciata dall’attività dell’uomo. Il problema è che da anni stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità,

    consumando più risorse di quelle che il pianeta è in grado di generare e producendo più rifiuti di quelli che è in grado di assorbire! Inutile girarci intorno: il punto è che il “sistema mondo” non è sostenibile. Questo vuol dire che stiamo continuando ad accumulare un “debito con la natura”, che andrà inevitabilmente a ricadere sulle future generazioni!

    L’obiettivo dell’Europa è ispirare e guidare un cambio di paradigma a livello globale, dimostrando in maniera pratica che la crescita economica può svincolarsi dallo “sfruttamento selvaggio” delle risorse e che un simile modello economico giova non solo all’ambiente, ma anche e soprattutto alle persone e all’economia!

     

    Come si è arrivati al Green Deal?

    Il primo passo è stato fatto a giugno 2019, quando il Consiglio europeo ha adottato la nuova agenda strategica 2019 - 2024, con la mission di costruire un’Europa verde, equa e ad impatto climatico zero. L’11 dicembre 2019 la Commissione Europea ha presentato ufficialmente il Green Deal, dichiarando di voler raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

     

    Questo obiettivo, che si pone in perfetta continuità con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, è stato approvato dal Consiglio Europeo durante la riunione del 12 e 13 dicembre 2019. In questa occasione sono state poste le basi per una transizione equa ed efficiente, sottolineando i vantaggi e le opportunità di tale trasformazione! A dicembre 2020 oltre a confermare l’impegno dell’UE verso la transizione verde, i leader hanno approvato un nuovo obiettivo vincolante: ridurre (rispetto ai livelli del 1990) le emissioni interne nette di almeno il 55% entro il 2030.

     

    Da quel momento in poi il tema della “transizione ecologica” ha assunto un ruolo preponderante per l’Europa e per gli Stati membri, che sono chiamati ad orientare i loro investimenti e le loro riforme in questo senso, anche attraverso i PNRR.  Nel corso degli ultimi due anni i leader europei hanno lavorato all’introduzione di una serie di iniziative traversali che interessano tutti i settori economici, stabilendo obiettivi intermedi e modalità di misurazione dei risultati!

    La strategia europea impone un approccio olistico ed integrato, che consideri ognuno dei settori come parte del tutto. In effetti, è evidente che esiste un’intima connessione tra tutti i settori ed è in questi termini che si deve ragionare. Giusto per fare un esempio, pensa a quanto sarebbe inefficace intervenire sul settore dell’energia senza considerare le sue ricadute sui trasporti o sull’industria!

     

    Per raggiungere il traguardo delle zero emissioni è necessario dunque intervenire su più fronti, perseguendo due obiettivi: da un lato ridurre più possibile le emissioni e dall’altro migliorare la capacità di assorbimento delle emissioni inevitabili.

     

    Come si traduce tutto questo nella pratica?!

    In un insieme di iniziative che riguardano il clima, l’ambiente, l’energia, i trasporti, l’industria e la finanza!

    Quali sono dunque i pilastri del new deal?

    Il primo è la Legge Europea sul clima, il cui fine ultimo è garantire che tutti i comparti economici e i settori della società si impegnino a ridurre le proprie emissioni, contribuendo al raggiungimento della carbon neutrality entro il 2050.

    Il secondo è la Strategia per la biodiversità, attraverso la quale si punta alla tutela e alla conservazione degli ecosistemi naturali, attraverso il rafforzamento delle zone protette, il potenziamento dell’agricoltura biologica, la riduzione dell’uso e della nocività dei pesticidi e il rimboschimento.

     

     

     

    Il terzo pilastro è la strategia “dal produttore al consumatore”, il cui obiettivo è orientare l’attuale sistema alimentare verso un modello sostenibile, che garantisca la sicurezza dell’approvvigionamento e la sicurezza degli alimenti. Questo pilastro è strettamente collegato con il precedente perché un’industria alimentare sostenibile ha ricadute positive anche sulle specie animali e vegetali.

    Il quarto pilastro riguarda l’industria, considerata come un acceleratore e un motore di cambiamento, innovazione e crescita. L’obiettivo dell’UE è renderla più competitiva a livello globale, ma anche resiliente, autonoma e sostenibile. Per riuscirci è necessario intervenire da un lato sulla corretta integrazione con le più moderne tecnologie digitali e dall’altro sul passaggio ad un modello di economia circolare. Per conseguire la neutralità climatica entro il 2050 è indispensabile infine riuscire a svincolare la crescita economica dall’uso delle risorse.

    Il quinto pilastro è il meccanismo per una transizione giusta, introdotto per supportare le regioni più colpite dalla transizione verso un’economia a basse emissioni, attenuando una parte dei costi socioeconomici che dovranno sostenere.

    Il sesto pilastro ha a che fare con la transizione energetica, fondamentale per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica, visto e considerato che il 75% delle emissioni climalteranti sono riconducibili alla produzione e all’uso di energia. In questo senso l’obiettivo è decarbonizzare il settore energetico, promuovendo l’impego di energie rinnovabili offshore ed idrogeno da un lato e costruendo un sistema integrato di energia dall’altro!

    Il settimo pilastro riguarda le sostanze chimiche, essenziali per garantirci un tenore di vita moderno, oltre che per l’economia, ma allo stesso tempo potenzialmente nocive per la nostra salute e per l’ambiente. A questo proposito la strategia europea prevede una progressiva trasformazione di questo settore, che consenta da un lato di tutelare la salute umana e ambientale e dall’altro di rafforzare la competitività dell’industria chimica.

    L’ottavo pilastro della strategia ci coinvolge più da vicino: ne abbiamo parlato più volte e naturalmente torneremo a farlo. Proprio così, ci riferiamo alla strategia europea per una mobilità sostenibile e intelligente. Tieni presente che il settore dei trasporti genera 1/4 del totale delle emissioni climalteranti dell’UE! Ecco perché l’obiettivo dell’Europa è ridurle del 90% entro il 2050! In che modo?

    Incentivando l’utilizzo e la diffusione di mezzi a basso impatto, come ad esempio il treno e i mezzi elettrici, promuovendo la mobilità attiva, e creando un sistema di trasporto intermodale efficiente e sostenibile che collega tutta Europa.

     

     

     

    L’ultimo dei pilastri riguarda il settore dell’edilizia, uno dei maggiori consumatori di energia, nonché responsabile di più di 1/3 delle emissioni climalteranti. Con la strategia “ondata di ristrutturazioni” l’Europa punta da un lato a migliorare l’efficienza energetica degli edifici e dall’altro a decarbonizzare il settore!

     

    A questo punto il quadro dovrebbe esserti abbastanza chiaro.

    In questo momento storico ci troviamo nel bel mezzo di un processo di cambiamento tanto profondo quanto irreversibile! In gioco non c’è soltanto il futuro dell’Europa, bensì il futuro del Pianeta intero!

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